Atterriamo domenica mattina a Stoccolma con un timido sole, non fa troppo freddo ma il vento è gelido. Rapidamente raggiungiamo il nostro ostello dove ci aspetta il resto del gruppo italiano.
La città vecchia è davvero pittoresca con le sue viuzze in ciottolato tra mille negozi, il mercatino nella piazzetta centrale, i vari pub e locali incastonati tra le stradine con delle vere o propie cantine sotterranee. E' tra queste vie che mentre siamo alla ricerca di un posto per cenare che ci imbattiamo in Charles Giordano (membro della Seger Sessions Band) che sostituisce il tastierista della E Street Band Danny Federici nella Leg europea. E' in giro da solo e gli chiediamo se vuole cenare con noi...
Nasce così un'incredibile serata in un ristorante thailandese di Stoccolma tra 15 italiani e un povero americano letteralmente rapito. Disponibilissimo e divertito risponde alle nostre domande, regalandoci aneddoti e curiosità sulla Band confermando quanto sia unito questo gruppo di amici che suona insieme da 30 anni. Lo imploriamo di comunicare a Bruce di suonare Backstreets... (non la farà sigh...) e lo salutiamo con una foto di gruppo.
Il concerto: la Globe Arena è il palazzetto più bello che abbia mia visto, un'enorme sfera con spalti su vari livelli e una visibilità ottima. I nostri posti dietro il palco ci permettono di vivere il concerto da un'altra prospettiva, è affascinante vedere la facce del pubblico nel parterre e le loro reazioni. Scaletta stupenda con Candy's room, ancora The River, Working on the highway e un'immensa JUNGLELAND (thanks Big Man!!!) su Dancing in the Dark sale sul palco il figlio di Clarence. Dopo la chiusura abituale con American Land Bruce regala Santa Claus... beh qui davvero non poteva mancare.
Last stop Paris
3 commenti:
ma qualche foto dall'interno???
rock'n'roll... e vedi il mondo...
scommetto che charles giordano è quello, l'unico con l'espressione 'che azz ci faccio qui??'...
bel colpo, congrats
Ciocco sul sito del Globe c'è qualche foto.
noi non ne abbiamo fatte anche perchè sequestravano le macchinette all'entrata.
Si Paolo in effetti l'espressione è quella... poraccio praticamente un'intervista di 2 ore...
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