Un livido affresco del Cile sotto la dittatura di Pinochet, la storia di un uomo ossessionato da un film che imperversa in tutte le sale nel 1978 e un unico scopo... diventare il sosia cileno di Tony Manero. La macchina da presa si incolla a Raul per seguirlo con fastidioso realismo nei luridi sobborghi di Santiago, mostrando con agghiacciante freddezza la perdita d'umanità di un uomo senza speranza... il sogno di sfuggire ad una realtà opprimente a qualunque costo.
venerdì 23 aprile 2010
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3 commenti:
Uno dei film più deprimenti visti negli ultimi anni. Senza speranza è proprio la definizione giusta!
Non brutto, però non da serata spensierata.
non l'ho ancora visto
anche perché da come ne ho sentito parlare è difficile trovare lo stato d'animo giusto per vederlo..
Desolante. Di quella desolazione che non lascia intraveder né speranza né riscatto.Difficile quindi una partecipazione emotiva che vada oltre il fastidio.
Un film de-genere. Ecco.
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