Il cinema di Gilliam è da sempre un gioco di specchi, piccoli trucchi e furbeschi inganni, bisogna solo aver voglia di giocare, specchiarsi non basta c'è il rischio di rimanere delusi del propio riflesso, è necessario tuffarsi dentro e lasciarsi catturare dal flusso immaginifico di un cinema che non conosce barriere. Immagini al servizio della storia, del racconto e della necessità del NARRARE che diventa fulcro necessario per reggere il mondo, tremendamente ambizioso come concetto siamo d'accordo ma che nella sua esagerata ed eccessiva scommessa trova miracolosamente un equilibrio in una ricchezza visiva che riempie gli occhi e che straborda di pura fantasia. Un sogno surrealista in cui Tom Waits si moltiplica come in Golconda di Magritte ed Heath Ledger cammina a braccetto con Dalì. Un film tanto imperfetto quanto incredibilmente coraggioso capace di spingersi oltre, al di là dello specchio.
mercoledì 11 novembre 2009
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5 commenti:
all'inizio non mi aveva convinto....però col passare dei giorni (e non solo) ho cambiato idea radicalmente...
io avrei bisogno di rivederlo
hai ragione caro spino, sembra veramente troppo fantasioso e colmo di chissà quali verità...invece la storia si riassume tutta nella scena finale.
la fantasia cresce dentro di noi, ci fa ridere e alla fine ci impaurisce...purtroppo ci riporta con i piedi per terra proprio sul piu' bello.
rivoglio la giovane valentina quindicenne!!!!
hermann
ti aspettavo su questo film. thanks
un grande film! incompiuto, eccessivo, dirompente!
tutto quello che "DOVREBBE" essere il cinema: quello vero!
Viva Terry Gilliam! tom waits nei nostri cuori per sempre ;))
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