mercoledì 9 settembre 2009

Rachel Getting Married



Non trovo parole per descrivere la bravura di Anne Hathaway. Nè quella di Demme nel dirigere questo filmino matrimoniale multietnico di cui volenti o meno si entra a far parte. Complice la camera a mano il film rimane in sottile equilibrio tra documentario e pièce teatrale, lo stesso sottile equilibrio che guida la giovane protagonista nel suo personale percorso di espiazione. Non è una visione semplice, da questo film si esce in ginocchio ma è sempre più raro trovare opere di questo spessore.

5 commenti:

Euterpe ha detto...

Sono andato a vederlo qualche mese fa allo Spazio Capitol di Vimercate,uno dei pochi punti rimasti di resistenza cinefila nella mia zona,e ti devo dire che non mi ha entusiasmato.Sarà forse perchè uso come termine di paragone per questo genere di film qualcosa del vecchio altman ( america oggi) o di mike leigh ( dolce è la vita ).é un piacere cmq potersi confrontare con persone competenti come te su proposte che non sono mainstream.

Maurizio Pratelli ha detto...

sei una fonte inesauribile. grazie

Spino ha detto...

ti ringrazio ma competenti è una parola "grossa" diciamo appassionato...
la cosa che ho amato di questo film è che nella sua classicità rimane cmq fresco e moderno, con alcune grandissime sequenze (quella della lavastoviglie o lo scontro con la madre)

altra chicca il cantante dei Tv on the Radio che canta a cappella Neil Young durante la cerimonia... brividi

Erminio Ottone ha detto...

la chicca TVOTR non l'avevo colta... comunque "Rachel Getting Married" è forse l'unico film non "coglione" che ho visto la scorsa stagione (nn è vero sono un bugiardone) ed è fantasmagorico. Bravo Spino bella analisi. So say we all. Oh by the way super off topic... ma tu l'avevi vista la miniserie del 2003? No perché io l'ho recuperata questa estate e pur avendo già visto tutte le stagioni l'ho trovata fantastica.

Spino ha detto...

si l'avevo vista propio prima della serie vera e propia... praticamente una puntata pilota di 3 ore. Livello esagerato, un piccolo capolavoro a parte.